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EVACUAZIONE: CI AVETE MAI PROVATO?
Arrestare un caduta è una cosa, evacuare una persona è ben altra cosa. La sicurezza è necessaria in entrambi i casi.
Quali semplici consigli si possono dare?
Se la persona da evacuare ha rispettato le procedure del lavoro in quota, a seguito di una caduta, si troverà sostenuta dall’imbracatura ed agganciata ad un dispositivo anticaduta collegato ad un punto di ancoraggio sicuro.
La prima soluzione che può venire in mente, è di agganciare una corda all’imbracatura del malcapitato per poi sollevare quest’ultimo di circa 50 cm. per consentire lo sblocco del sistema anticaduta retrattile per poi procedere con l’evacuazione.
Sembrerebbe una procedura semplice se non fosse che queste operazioni potrebbero svolgersi ad altezze superiori ai 10/20/50 mt. dal suolo.
In queste circostanze la suddetta soluzione non può funzionare a causa dell’allungamento del sistema anticaduta e del peso della persona da sollevare. Occorrerebbe pertanto demoltiplicare la forza.
La preparazione di un dispositivo di demoltiplicazione tramite pulegge porta via molto tempo e non è di pratica realizzazione soprattutto in momenti di urgenza e concitazione. Bisogna quindi avere ed utilizzare un evacuatore che disponga della possibilità di funzionare come argano per far risalire il malcapitato senza difficoltà in modo da sbloccare il sistema anticaduta retrattile.
Risolto quindi il primo problema dello sblocco del sistema, resta la seconda fase: la calata dell’infortunato.
A seconda della scelta del punto d’attacco dell’imbracatura, la discesa sarà più o meno facile.
Più il corpo della persona che viene calata ha un minor ingombro, più sarà facile evacuarla; per diminuire l’ingombro del corpo della persona, quest’ultima dovrà essere agganciata ad un anello dorsale dell’imbracatura; in questo modo il mento si appoggerà al petto, le braccia si stenderanno lungo il corpo e le spalle ruoteranno leggermente verso l’interno.
Gli ancoraggi sternali dell’imbracatura sono spesso da evitare nelle fasi di evacuazione; questo perché le gambe si divaricano, le braccia tendono ad allargarsi, la testa va all’indietro aumentando enormemente l’ingombro del corpo e quindi aumentando il rischio di impatti od intoppi durante la calata.
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